Raimon Panikkar

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PERCORSO DI VITA E DI PENSIERO

 

 

2. Un’ origine multiculturale e multireligiosa. Da Barcelona a Roma, passando per Bonn, Madrid e Salamanca (1918-1954)

Raimon Panikkar Alemany nacque il 3 Novembre del 1918 a Sarriá, un quartiere di Barcelona (Spagna), in seno ad una famiglia cattolica della borghesia barcellonese. La sua origine, però, è dotata di una particolarità eccezionale: madre catalana (Carme Alemany †1975) e padre indiano (Ramuni Panikkar) di Malabar, di origine aristocratica e con passaporto britannico, il quale nel 1916 si recò in Spagna (Barcellona), paese neutrale nel conflitto europeo, dove si stabilì come impresario fino alla morte (†1954); si sposò ed ebbe quattro figli (Raimon, Josep-Maria, Mercé e Salvador). Raimon è stato chiaro su quanto deve alla sua origine familiare: “Tra mio padre e mia madre regnava un’armonia profonda anche se appartenevano a due diverse tradizioni”.

Fin da giovane, Raimon manifestó questa origine singolare e una profonda tendenza religiosa, metafísica: “Non mi considero mezzo spagnolo e mezzo indiano, mezzo cattolico e mezzo hindú, ma totalmente occidentale e totalmente orientale”. “Sono sempre stato attratto da quello che si suole chiamare il problema religioso”.

Fu educato dai gesuiti di Barcelona, dove si diplomò con “Premio Extraordinario” (1935). Negli anni 1936-1942 seguì gli studi universitari in Scienze e Lettere. Il suo desiderio di integrare tutta la realtà si manifesta fin dagli inizi del percorso intellettuale di Panikkar. Fu questo il motivo per cui fin da giovane si dedicò allo studio delle scienze, della filosofia e della teologia in diverse università: in Spagna (Madrid e Barcelona), in Germania (Università di Bonn) e in Italia (Università Lateranense di Roma). Studi che completerà poi in India.

Allo scoppio della Guerra Civile spagnola e per il pericolo incombente sulla sua famiglia, lasciò la Spagna e si trasferì in Germania dove trascorse tre anni studiando Física, Matematica, Filosofía e Teología. Tornò in Spagna nell’estate del ‘39, pensando di recarsi nuovamente in Germania per laurearsi quando scoppiò la II Guerra Mondiale. Dovette quindi completare i suoi studi in Spagna laureandosi in scienze all’Università di Barcellona (1941) e in lettere a quella di Madrid (1942).

Dopo il ritorno a Barcellona, continuó gli studi e lavorò nell’industria di famiglia, tornò a Madrid, dove terminó gli studi di Filosofía e Lettere, dottorandosi nell’anno 1946 con la tesi El concepto de Naturaleza, che diventerà poi il suo primo libro e gli varrà il premio “Menéndez y Pelayo” di Humanidades (Madrid 1951). “Preoccupato dal problema teologico del soprannaturale quale substrato metafísico di una antropologia integrale che parla all’uomo personale e concreto, al cristiano reale e storico (commenta nell’Introduzione), dovetti affrontare prima il problema metafísico della natura”.

Poco dopo essere tornato dalla Germania (1940) si unì a un gruppo di secolari che si sarebbe poi chiamato Opus Dei; essi aspiravano alla pienezza della vita cristiana nel loro lavoro professionale. Raimon Panikkar conobbe Escrivá de Balaguer, il fondatore, e instaurò con lui una stretta relazione. Appartenne per venti anni all’Opus Dei, come membro ufficiale di quell’organizazione religiosa, prima a Barcellona e poi a Madrid. Fu nel 1945 che proprio Escrivá de Balaguer gli propone il sacerdozio; si ordina sacerdote lo stesso anno del dottorato in Filosofía (1946) ed esercita la funzione di cappellano del Colegio Mayor la Moncloa, svolgendo una intensa attività con sacerdoti e laici.

Raimon è sempre stato molto reticente a parlare della sua relazione con l’Opus. L’unica occasione nella quale accettò di farlo pubblicamente per iscritto, fu per il libro di Alberto Moncada Historia oral del Opus Dei (Barcelona 1987); in quell’occasione il nostro autore chiarì di non essere entrato nell’ Opus come chi entri “in un club”, ma in una organizzazione ecclesiale. Prima, abbiamo solo un breve e discreto cenno nel suo libro autobiografico Cometas: “Non sono pentito di quella tappa della mia vita...la linea della vita non è retta né a zigzag”.

A Madrid è in stretto contatto con noti professori di filosofia come Laín Entralgo, García Morente y Xabier Zubiri, i quali gli propongono di concorrere per la cattedra di filosofía all’Università, ma Escrivá de Balaguer gli disse che preferiva si dedicasse completamente all’attività pastorale. Raimon Panikkar rimane a Madrid fino al 1950; nel corso di quegli anni è professore di Filosofía della Storia e di Psicologia all’Università; nel Seminario Diocesano tiene lezioni di Culture comparate e di Sociologia religiosa nell’Istituto di Scienze sociali Leone XIII, oltre ad essere professore invitato in diverse università (nell’Universidad Internacional Menéndez Pelayo di Santander, Universidad Hispanoamericana de la Rábida…). A quel tempo fu anche Segretario Generale del Congresso di Filosofía a Barcellona (1948), e primo segretario della Sociedad Española de Filosofía. A partire dal 1942 fece parte del Consejo Superior de Investigaciones Científicas e dell’Institudo de Filosofía “Luis Vives”; fu anche uno dei sostenitori della rivista Síntesis (1943), germe della rivista Arbor, pubblicada a partire dal 1944 e della quale fu confondatore.

Nel corso di quegli anni inizia già a scrivere molto. Parte degli scritti rimasero inediti (Praxis cristiana de la inteligencia, Mysterium Crucis, Introducción a la esperanza ...) e parte comparvero in varie riviste e nei suoi primi libri. Pubblicó assiduamente su Arbor e altre riviste spagnole (Revista de Filosofía, Nuestro Tiempo, Indice, Atlántida, La Actualidad Española...), ispanoamericane (Sapientia, Revista de Teología de La Plata... ), francesi (La Table Ronde), italiane (Studi Cattolici), tedesche (Wort und Wahrheit, Politeia, Dokumente, Neues Abendland...), etc. Fu il primo direttore della “Colección Patmos” della casa editrice Rialp, presso cui pubblicó alcuni dei suoi primi libri:
La India. Gente, cultura y creencias (1960), che gli valse il “Premio Nacional de Literatura”;
Patriotismo y cristiandad. Una investigación teológico-histórica sobre el patriotismo cristiano (1961)
Humanismo y cruz (1963).
Ebbe problemi con la gerarchia eclesiastica spagnola a causa del Prologo scritto per l’edizione nella Colección Patmos dell’opera di J. Guitton “La Virgen María” (1952). Anche se pubblicata solo più tardi, Panikkar scrisse in questi anni un’opera molto personale che parla della sua esperienza prima dell’incontro con l’India: Cometas. Fragmentos de un diario espiritual de la postguerra (Madrid, 1972).

Dopo un interludio di tre anni a Salamanca, alla fine del 1953 compie il suo “viaggio romano” e si ferma un anno a Roma per terminare gli studi di teologia. Nella Città eterna, oltre agli studi presso il Laterano (dottorato in Teologia nel 1954), Panikkar è consigliere di un collegio superiore democristiano, il che lo aiuta a stare in contatto con il mondo intellettuale, filosofico e teologico.

*1. Un uomo eccezionale. La quadruplice identità di Raimon Panikkar

*3. L’India. Simbiosi cristiana-hindú-buddhista. L’ incontro con Monchanin e Le Saux (1955-1966)

*4. La docenza universitaria in California (1966-1987)

*5. Il ritorno alle radici catalane a completamento del suo ciclo vitale

*6. L’opera scritta di Raimon Panikkar

*7. Svariati Panikkar o una continuità nella diversità?

*8. Attività di conferenziere

*9. Il ritorno alla Sorgente

*10. Il suo lascito intellettuale

“Sono partito cristiano, mi sono scoperto hindù
e ritorno buddhista,
senza cessare per questo di essere cristiano”