Raimon Panikkar

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PERCORSO DI VITA E DI PENSIERO

 

 

1. Un uomo eccezionale. La quadruplice identità di Raimon Panikkar

Raimon Panikkar Alemany ha compiuto un lungo percorso esistenziale e intellettuale, ricco e fuori dal comune per i molteplici aspetti della sua esistenza. Confluiscono in lui le sue origini hindù-cristiane, la sua formazione accademica, intellettuale e interdisciplinare, ma anche interculturale e interreligiosa...
Raimon Panikkar è senza alcun dubbio uno dei grandi pensatori della nostra epoca e tale è stato riconosciuto in numerose occasioni:

Tra gli ultimi riconoscimenti possiamo citare:
Premio Antonio Machado per il suo libro Paz y desarme Cultural (1990);
Doctorado Honoris Causa conferitogli dall’Università delle Isole Baleari (1997)
Premio Memorial Juan XXIII por la Paz dell’ Istituto di Polemologia (1998);
Onoreficenza “Creu de San Jordi” del Governo autonomo di Catalogna (1999);
Premio Spiritualità 2000 (Catalogna) per il libro El mundanal silencio;
Onoreficenza “Chevalier des Arts e des Lettres” del governo francese (2000);
Premio Nonino quale “Maestro per il nostro tempo” -Italia (2001);
Medaglia della Presidenza della Repubblica Italiana (2001);
Premio Casa Asia del dialogo tra Oriente e Occidente, Barcelona- Catalogna (2004).
Doctorato Honoris Causa dall’Università di Tübingen - Germania (2004).
Doctorato Honoris Causa dall’ Università di Urbino - Italia (2005).
Doctorato Honoris Causa dall’Università di Girona – Catalogna/Spagna(2008).

Panikkar ha assunto nel corso della sua vita una quadruplice identità: cristiana, essendo nato ed educato nel cristianesimo; hindù in quanto l’induismo faceva esso pure parte della sua origine ma egli lo andò scoprendo a poco a poco (“Dovevo lasciarlo emergere in me”, dice); buddhista, quale “risultato del lavoro interiore” si andò sviluppando in lui in modo naturale il buddhismo e, in fine, l’identità secolare quale risultato del suo contatto col mondo occidentale.

 

”Vorrei essere fedele all’intuizione buddhista, non allontanarmi dall’esperienza cristiana e rimanere in comunione con il mondo culturale contemporaneo. Perché innalzare barriere? Il fatto di elogiare una tradizione umana e religiosa non significa disprezzare le altre. La loro sintesi è improbabile e talvolta forse impossibile, ma ciò non vuol dire che l’unica alternativa consista o nell’esclusivismo o nell’eclettismo” (“Introduzione” di Il silenzio del Buddha. Un ateismo religioso, Milano 2006).

La quadruplice identità panikkariana nasce da una personalità fecondata dalle quattro tradizioni menzionate, al punto che non possiamo comprenderla senza conoscere ciò che implica per il nostro autore il profondo dialogo interiore che in lui ebbe luogo.
“Un dialogo all’interno del proprio io, un incontro nel profondo della religiosità propria e personale dell’io, quando esso si imbatte in un’altra esperienza religiosa a questo livello íntimo. Un dialogo intra-religioso che debbo avviare io stesso, interrogandomi sulla relatività delle mie credenze, accettando la sfida di una conversione e il rischio di mettere in crisi i miei approcci tradizionali (“El diálogo interno: la insufficiencia de la llamada ‘epoché’ fenomenológica en el encuentro religioso”, Salmanticensis, 2 1975).
In varie occasioni si è accusato Panikkar di essere sincretista, ma nulla è più lontano dalla realtà, lui sa molto bene che sincretismo significa la morte della ricchezza insita nella varietà delle esperienze religiose che riconosce essere una ricchezza fondamentale delle diverse culture umane. D’altro canto, malgrado la sua apertura al polifonico universo religioso, Panikkar riconosce di non sentirsi parte di una sola tradizione religiosa; benché le rispetti e le studi, esse non fanno parte della sua identità: “Io posso dire che sono cristiano, hindú e buddhista... non posso dire che sono mussulmano o parsi, anche se ho in simpatia altre religioni e le loro tradizioni; solo in questo caso posso parlare di altre” (“Elogo” a P. Lapide - R. Panikkar, Meinen wir denselben Gott? Ein Streit-gespräch, München 1994).

*2. Un’ origine multiculturale e multireligiosa. Da Barcelona a Roma, passando per Bonn, Madrid e Salamanca (1918-1954)

*3. L’India. Simbiosi cristiana-hindú-buddhista. L’ incontro con Monchanin e Le Saux (1955-1966)

*4. La docenza universitaria in California (1966-1987)

*5. Il ritorno alle radici catalane a completamento del suo ciclo vitale

*6. L’opera scritta di Raimon Panikkar

*7. Svariati Panikkar o una continuità nella diversità?

*8. Attività di conferenziere

*9. Il ritorno alla Sorgente

*10. Il suo lascito intellettuale

 

“Sono partito cristiano, mi sono scoperto hindù
e ritorno buddhista,
senza cessare per questo di essere cristiano”